Nel Veneto fortemente cattolico, dal 1814 al 1866 dominato dagli austriaci, praticare la religione non era un fatto esclusivamente individuale, ma qualcosa che ineteressava lo Stato. L'ateismo era un crimine, la partecipazione alle funzioni in chiesa era un dovere non solo religioso, ma anche civile. Il lavoro nei giorni festivi era peccato per la Chiesa e un'infrazione alle leggi, quindi veniva multato. Il venerdì e durante la quaresima i ristoranti e le osterie venivano sorvegliati dai vigili comunali affinchè fosse rispettato l'astinenza dalle carni. In ogni villaggio ( che assomigliava tanto alle attuali comunità islamiche), il parroco era una figura centrale: oltre che capo spirituale, era un vero e proprio funzionario statale, una specie di pluriassessore: si occupava di amagrafe, sanità,e servizi sociali, istruzione pubblica (era direttore didattico delle scuole elementari) , e soprattutto vigilava sulla condotta morale delle pecorelle che gli erano state affidate. In particolare i giovani. I maschi che non si comportavano da bravi cattolici, su suggerimento del parroco, venivano arruolati nell'esercito: il servizio militare durava otto anni, e il malcapitato veniva spedito nelle lontane regioni dell'immenso impero asburgico.
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Aldo Durante
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