Emigranti
Malgrado
innegabili progressi, molti montebellunesi vivono nella miseria. La
crescita della popolazione, la difficoltà di trovare lavoro, la fame
spingono i più disperati a cercare fortuna all’estero.
La prima ondata di emigranti ha come meta l’America Latina, quindi gli Usa e il Canada.
1904
Quando le condizioni del commercio del caffè erano prospere nello stato del Brasile, gli emigrati di colà non solo spedivano molti denari ai loro parenti, ma alcuni di questi che ritornavano facevano acquisti di terreni a prezzi elevati.
Ora le cose sono mutate, le spedizioni di denaro diminuite e molti ritornano in patria senza alcun mezzo.
L’emigrazione si dirige al presente al Canada ove vi sono maggiori risorse degli altri paesi.
Infatti l’emigrazione nell’America Meridionale non ha mai avuto importanza da influire sulle condizioni economiche di questo Comune.
(Lettera del Sindaco al Prefetto 27 aprile 1904)
Durante gli anni che precedono la prima guerra mondiale l’emigrazione rappresenta una vera emorragia per i paesi montelliani.
La prima ondata di emigranti ha come meta l’America Latina, quindi gli Usa e il Canada.
1904
Quando le condizioni del commercio del caffè erano prospere nello stato del Brasile, gli emigrati di colà non solo spedivano molti denari ai loro parenti, ma alcuni di questi che ritornavano facevano acquisti di terreni a prezzi elevati.
Ora le cose sono mutate, le spedizioni di denaro diminuite e molti ritornano in patria senza alcun mezzo.
L’emigrazione si dirige al presente al Canada ove vi sono maggiori risorse degli altri paesi.
Infatti l’emigrazione nell’America Meridionale non ha mai avuto importanza da influire sulle condizioni economiche di questo Comune.
(Lettera del Sindaco al Prefetto 27 aprile 1904)
Durante gli anni che precedono la prima guerra mondiale l’emigrazione rappresenta una vera emorragia per i paesi montelliani.
Anno | Germania | Svizzera | Altri-Europa | Usa-Canada | Brasile -Argentina |
1911 | 30 | 6 | 2 | 21 | 23 |
1912 | 190 | 46 | 12 | 29 | 64 |
1913 | 290 | 16 | 29 | 49 | 126 |
1914 | 165 | 4 | 11 | 12 | 23 |
Sperduti per il mondo, spezzato ogni legame con la propria famiglia,
l’unico punto di riferimento per gli emigranti resta il sindaco del
paese.
1910
Tocchetto Giuseppe scrive al cognato e alla sorella dal Cile: la Compagnia che li ha ingaggiati come coloni li ha abbandonati. Da quattro anni sono senza terra. Le autorità fanno vuote promesse. Sono stati informati i giornali. Nessun risultato. Forse il sindaco può fare qualcosa per loro.
Caro Qugnato e Sorella
Rispondo alla vostra Lettera che portava la datta dei 4 Maggio De 1910.
Ricevuta con somo piacere, intesi che voi state bene e cosi e di noi tutti.
Vi faccio sapere della compagnia vedendo che le nostre questioni non vano decise. 4 anni a questo tempo che ne anno messi nella sua concezione e il giorno d’0ggi, si ritroviamo nelle terre d’e Indi.
Che sono gente nativa de’ Chile; Aviamo provato ricorere d’ai Consoli e Ministri Italiani, ne dicce si state tranquili che fra 15 giorni verà decisa la questione, però e passato 4 ani e il giorno d’oggi si ritroviamo come non avvere mai parlato sbandonati dalla compagnia altro tanto dai Consoli e Ministri Italiani.
però se sappessero la nostra bella Patria, come maltrata il suo sangue verebbe subito in socorso.
L’anno passato il signor Giorgio Ricci adetto di non più la vorare e così questo anno ne suni non può seminare, e non sapiamo dove aviamo il tereno e noi coloni la abbiamo messa nel Giornale e ancora non abbiamo veduto nessuni alla parte.
Caro Qugnato prova farla vedere al S. Sindaco.
1913
Un altro emigrante forse ha realizzato in parte il suo sogno: tengo una Picola Casetina Con un passettino Di Tera. Ora giace a letto con sei busi sula gamba. Attraverso il Consolato cerca di mettersi in contatto con la moglie.
Eco che Dio provede Anche Perme, ch vi sono qualche Degna Persona che sicomove Perme lui vol sapere lemie Condisioni
Scrivando Deli fondi io tengo una Picola Casetina Con un passettino Di Tera.
In fra io e Delli Danari Della Buona Gente la Mia Molie Sichiama Galina RosaMadalena la Banbina lagha 13 Anni e io o Soltanto questa Banbina le mie Carte leo fate venire qui eleo Consegnate A Parisotti . . . sono Dodici setimane che sono Aleto Con sei Busi sula gamba Sinistra
Sono tanto Per Ringrasiarlo che Lui Sia Desturbato Perme
esquisara Del Mio Mal Scrito
lo Riverisco esono Per Ringraziarlo
questo e linderiso De Mia molia
Monte Beluna guarda Basa A-15 Treviso - Italia (16 giugno 1913)
1913
Slongo Angelo, dall’Argentina scrive al Sindaco: fra poco ritornerà in Italia per poi raggiungere la Libia.
Dopo de un lungo periodico de cuatro anni trascorsi senza sapere notizia d’ella mia famiglia, in cuesto tempo trascorso io scrise cuatro letere senza ricevere nesuna contestazione.
Perciò un nobile citadino Italiano che regna en la zona americana chiamato Slongo Angelo se rivolge con codesta 5° letera a un magistrato civile che sono el signore Sindaco de cuesto circondario, pregando a la dilei segnoria de prendere notta de mio fratello Giovanni Slongo che abitava nel paese di Caonada mogliato con una figlia de Luigi Posagno, e mandarmi a visare con una letera ciò che sono acaduto de mio fratello.
Entre due anni io vendré in Italia donde rimanerò due mesi, cuindi pasare en la Libia terra conquistata dai nostri erroi Italiani, codesta terra sono chiamata da m’è el nida de molti milioni de italiani; in cui in cuella zona che sventola in tute le parti la grande vittoriosa bandiera dei-tre-colori . . . erà nel porvenir una seconda Italia.
Vostro Servitore.
Se la vostra volontà piacerebbe de rispondere
a cuesta letera la mia direzione sono codesta.
(21 luglio 1913)
(Storie di emigranti a cura si A.D.)
1910
Tocchetto Giuseppe scrive al cognato e alla sorella dal Cile: la Compagnia che li ha ingaggiati come coloni li ha abbandonati. Da quattro anni sono senza terra. Le autorità fanno vuote promesse. Sono stati informati i giornali. Nessun risultato. Forse il sindaco può fare qualcosa per loro.
Caro Qugnato e Sorella
Rispondo alla vostra Lettera che portava la datta dei 4 Maggio De 1910.
Ricevuta con somo piacere, intesi che voi state bene e cosi e di noi tutti.
Vi faccio sapere della compagnia vedendo che le nostre questioni non vano decise. 4 anni a questo tempo che ne anno messi nella sua concezione e il giorno d’0ggi, si ritroviamo nelle terre d’e Indi.
Che sono gente nativa de’ Chile; Aviamo provato ricorere d’ai Consoli e Ministri Italiani, ne dicce si state tranquili che fra 15 giorni verà decisa la questione, però e passato 4 ani e il giorno d’oggi si ritroviamo come non avvere mai parlato sbandonati dalla compagnia altro tanto dai Consoli e Ministri Italiani.
però se sappessero la nostra bella Patria, come maltrata il suo sangue verebbe subito in socorso.
L’anno passato il signor Giorgio Ricci adetto di non più la vorare e così questo anno ne suni non può seminare, e non sapiamo dove aviamo il tereno e noi coloni la abbiamo messa nel Giornale e ancora non abbiamo veduto nessuni alla parte.
Caro Qugnato prova farla vedere al S. Sindaco.
1913
Un altro emigrante forse ha realizzato in parte il suo sogno: tengo una Picola Casetina Con un passettino Di Tera. Ora giace a letto con sei busi sula gamba. Attraverso il Consolato cerca di mettersi in contatto con la moglie.
Eco che Dio provede Anche Perme, ch vi sono qualche Degna Persona che sicomove Perme lui vol sapere lemie Condisioni
Scrivando Deli fondi io tengo una Picola Casetina Con un passettino Di Tera.
In fra io e Delli Danari Della Buona Gente la Mia Molie Sichiama Galina RosaMadalena la Banbina lagha 13 Anni e io o Soltanto questa Banbina le mie Carte leo fate venire qui eleo Consegnate A Parisotti . . . sono Dodici setimane che sono Aleto Con sei Busi sula gamba Sinistra
Sono tanto Per Ringrasiarlo che Lui Sia Desturbato Perme
esquisara Del Mio Mal Scrito
lo Riverisco esono Per Ringraziarlo
questo e linderiso De Mia molia
Monte Beluna guarda Basa A-15 Treviso - Italia (16 giugno 1913)
1913
Slongo Angelo, dall’Argentina scrive al Sindaco: fra poco ritornerà in Italia per poi raggiungere la Libia.
Dopo de un lungo periodico de cuatro anni trascorsi senza sapere notizia d’ella mia famiglia, in cuesto tempo trascorso io scrise cuatro letere senza ricevere nesuna contestazione.
Perciò un nobile citadino Italiano che regna en la zona americana chiamato Slongo Angelo se rivolge con codesta 5° letera a un magistrato civile che sono el signore Sindaco de cuesto circondario, pregando a la dilei segnoria de prendere notta de mio fratello Giovanni Slongo che abitava nel paese di Caonada mogliato con una figlia de Luigi Posagno, e mandarmi a visare con una letera ciò che sono acaduto de mio fratello.
Entre due anni io vendré in Italia donde rimanerò due mesi, cuindi pasare en la Libia terra conquistata dai nostri erroi Italiani, codesta terra sono chiamata da m’è el nida de molti milioni de italiani; in cui in cuella zona che sventola in tute le parti la grande vittoriosa bandiera dei-tre-colori . . . erà nel porvenir una seconda Italia.
Vostro Servitore.
Se la vostra volontà piacerebbe de rispondere
a cuesta letera la mia direzione sono codesta.
(21 luglio 1913)
(Storie di emigranti a cura si A.D.)